«Stia attenta a che cosa mi chiede. Sarò molto onesto, forse per la prima volta in vent’anni di interviste. Perché sarà l’ultima. L’ultima di questo genere. Basta. Sono al mio giro di boa». Ci sono due gradi e un vento teso sopra quello che fra un paio di settimane sarà il dehors di Taverna Trastevere, nuova ambasciata gastronomica di Roma nella vecchia Milano di via Statuto. Nicolas Vaporidis trema un po’. Il freddo non c’entra, non completamente: c’entra la frenesia. Del cantiere che avanza: «Oggi hanno montato il vetro che separa la cucina a vista dalla sala», e di ciò che la vita gli sta restituendo dopo sconforti e frustrazioni.
Classe 1981, ha scritto la sua pagina di storia del cinema italiano da protagonista di commedie diventate cult, la più cult di tutte: Notte prima degli esami del 2006. «Se domani dovessi morire, so di aver lasciato la mia eredità artistica. La gente si ricorderebbe di me per quei tre o quattro titoli». Poi, film e ruoli meno cult, e un disinnamoramento del mestiere dell’attore: «Facevo le cose soltanto per soldi». Infine, l’allontanamento dalle scene: «Le sceneggiature che volevo non arrivavano e quelle che arrivavano non le volevo. Dovevo sottrarmi per principio, mettere un punto e a capo».
Il suo «a capo» è a Londra, in un ristorante a Clapham Junction dove ricominciare. Ora Vaporidis, insieme al socio Alessandro Grappelli, ha portato quel ristorante a Milano. Apertura prevista: subito dopo Natale.
Credits: Chiara Ortolini